47 Qui Marx si riferisce alle elezioni per il Reichstag, il Parlamento tedesco, del 10 gennaio 1874.
48 K. Marx, Critica al programma di Gotha, Massari editore, Bolsena, 2008, p. 57.
49 Come ricorda la nota 12 dell’edizione italiana, appena citata, della Critica, “il Partito popolare tedesco fu fondato a Stoccarda il 20 settembre 1868. Era il partito della ‘piccola borghesia’ d’opposizione, e in parte rivoluzionaria, dei piccoli e medi Stati tedeschi, soprattutto nella Germania meridionale. Contro la politica bismarckiana di unificazione della Germania sotto l’egemonia della monarchia prussiana, il Partito popolare sosteneva la creazione di una repubblica democratica tedesca”.
50 Der Volksstaat fu il giornale del Partito operaio socialdemocratico dall’ottobre 1869 al settembre 1876, diretto da Liebknecht, mentre Bebel ne dirigeva la casa editrice.
51 Il Frankfurter Zeitung und Handelsblatt, che Engels cita come ispiratore del contenuto politico dell’organo ufficiale di stampa socialista – malgrado la sua linea ideologica, politica e culturale venisse definita democratico- piccolo borghese – venne pubblicato a Francoforte dal 1856 al 1943.
52 F. Engels, Lettera ad August Bebel, in Critica.., op. cit. p.90.
53 K. Marx, Critica.., op. cit., p.75.
54 Ibidem, p. 94.
55 Ibid., p. 53.
56 Karl Emil Maximilian Weber, comunemente conosciuto come Max Weber (nato a Erfurt nel 1864 e morto a Monaco di Baviera nel 1920), economista, filosofo e storico tedesco, è considerato il fondatore della sociologia novecentesca. La sua opera più famosa è il saggio L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, in cui cercò di dimostrare che la religione protestante, soprattutto nelle sue forme più vicine all’ascetismo, è stata determinante per la nascita del moderno capitalismo, della burocrazia e dello Stato nelle sue forme occidentali.
57 Si veda in particolare il capitolo 4 della prima parte di Economia e società, Ed di Comunità, Milano 1968, vol.1, pp.299 sgg.
58 M.Weber, Economia e società, op.cit.
59 Joseph Alois Schumpeter (Trest, 1883; Taconic, 1950), austriaco, economisti tra i maggiori del Novecento, è ritenuto uno dei più profondi analisti dello sviluppo capitalistico. Malgrado il suo orientamento politico conservatore e anti-socialista, sostenne, soprattutto in quella che è valutata una delle sue opere più rilevanti, Capitalismo, socialismo e democrazia, che il capitalismo era inevitabilmente destinato ad essere sostituito dal socialismo. Ma, a differenza di Marx di cui non condivideva né l’impostazione teorica in materia di struttura e sovrastruttura (e la sottovalutazione del ruolo delle istituzioni politiche e sociali) né l’impianto politico rivoluzionario, Schumpeter pensava che il capitalismo si sarebbe auto-distrutto da solo, in una sorta di eutanasia, dal momento che stava procedendo alla sostituzione della carica innovativa degli imprenditori e degli industriali privati con una burocrazia e dei manager di Stato che avrebbero fatto dell’immobilismo e della conservazione strutturale la loro religione, finendo per produrre necessariamente la vittoria di un socialismo che non avrebbe avuto alcun bisogno di rivoluzioni per affermarsi. Anzi, secondo Schumpeter, accelerazioni violente, come quella sovietica, per il superamento del capitalismo producevano solo lutti e ritardi nell’affermazione del socialismo stesso.
60 J. Schumpeter, Capitalismo, socialismo e democrazia, Milano, 1955, pag. 126.
61 Ibidem, pag. 133.
62 Ibid., pp. 146-7.
63 L’etica protestante…, Sansoni, Firenze 1965.
64 A.Illuminati, op.cit., p.115.
65 V.I. Lenin, «La grande iniziativa» in Opere complete, XXIX, Ed. Riuniti, Roma, 1967, p. 384.
66 F.Engels, Anti-Duhring, in Marx-Engels, Opere complete, XXV, Ed. Riuniti, Roma 1974, pp.267-8