«Presupposta la produzione capitalistica, il capitalista è il funzionario non solo necessario, ma dominante nella produzione. Invece il proprietario fondiario è del tutto superfluo. Ciò che è necessario è che la terra non sia proprietà comune, che essa si contrapponga alla classe lavoratrice come mezzo di produzione che non le appartiene, e questo scopo è completamente raggiunto quando essa diventa proprietà statale, e quindi lo Stato percepisce la rendita fondiaria. Il proprietario fondiario, agente così essenziale della produzione nel mondo antico e medioevale, nel mondo industriale è un’escrescenza inutile. Il borghese radicale arriva quindi teoricamente alla negazione della proprietà privata fondiaria, di cui egli vorrebbe fare, sotto la forma di proprietà statale, la proprietà comune della classe borghese del capitale. Nella prassi, tuttavia, manca il coraggio, perché l’assalto ad una forma di proprietà – ad una delle forme di proprietà privata sulle condizioni di lavoro – sarebbe pericoloso per le altre»24.

Altrettanto nettamente nelle pagine successive Marx descrive un modello di società a due classi come tendenza inarrestabile e ravvicinata del capitalismo, scartando di fatto una suddivisione delle classi o dei ceti anche in base al reddito e alle fonti di reddito.

«Se gli altri economisti, specialmente Ricardo, partono dalla bipartizione tra capitalista e operaio salariato e non fanno entrare che più tardi il rentier fondiario come una speciale superfetazione, ciò corrisponde perfettamente al punto di vista della produzione capitalistica. Capitalista e operaio salariato sono gli unici funzionari e fattori della produzione, la cui relazione e il cui contrapporsi scaturisce dall’essenza del modo di produzione capitalistico. Le circostanze nelle quali il capitalista è a sua volta costretto a dividere una parte del plusvalore con terze persone non lavoratrici , non vengono che in seconda istanza»25.

Anche nell’Antiduhring di Engels – esaltato nel mondo marxista e social-comunista della seconda parte dell’Ottocento come una sorta di summa della elaborazione di Marx – le poche righe sul tema sono dello stesso tenore e riconfermano il modello teorico delle due classi.

«Il socialismo moderno, considerato nel suo contenuto, è anzitutto il risultato della visione degli antagonismi di classe, dominanti nella società moderna, tra possidenti e non possidenti, salariati e borghesi»26.

O ancor più chiaramente:

«Tutta la storia è la storia della lotta delle classi. Queste classi sociali che si combattono vicendevolmente sono di volta in volta risultati dei rapporti di produzione e di scambio, in una parola, dei rapporti economici della loro epoca; quindi, di volta in volta la struttura economica della società costituisce il fondamento reale, partendo dal quale si deve spiegare in ultima istanza tutta la sovrastruttura delle istituzioni giuridiche e politiche, così come degli orientamenti religiosi, filosofici e di altro genere di ogni periodo storico…Conseguentemente, il socialismo appare adesso non più come scoperta accidentale di questa o quella testa geniale, ma come il risultato necessario della lotta tra le due classi formatesi storicamente, il proletariato e la borghesia»27.