(45) K.Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844 in Opere filosofiche giovanili, Edizioni Rinascita, Roma, 1950, pag.259.
(46) K.Marx-F.Engels, L’ideologia tedesca, op.cit. pag 24.
(47) “Per economia politica classica io intendo tutti gli studi economici, da W.Petty in poi, i quali hanno indagato il nesso interno dei rapporti borghesi di produzione” K.Marx Il Capitale, Libro I, Editori Riuniti, Roma, 1965, pag. 113. I più importanti esponenti dell’economia classica furono in Inghilterra Adam Smith e David Ricardo. La restante economia politica dell’epoca, da Marx definita “volgare”, abbandonò presto la teoria del valore-lavoro degli economisti classici, secondo la quale, appunto, il valore delle merci è determinato dalla quantità di lavoro in esse contenuto, virando verso la strampalata tesi dell’utilità marginale delle merci, che sostiene essere il valore di una merce stabilito in base alla valutazione personale degli individui sull’utilità che essi ricavano dal consumo di tali merci.
(48) K.Marx, Il Capitale vol.I op.cit. pag.587.
(49) F.Engels, Introduzione del 1891 a Lavoro salariato e capitale, Editori Riuniti, Roma, 1967, pagg.20-23. “Lavoro salariato e capitale” apparve come serie di articoli editoriali nella Neue Rheinische Zeitung, a partire dal 4 aprile 1849, sulla base di una serie di conferenze che Marx tenne nel 1847 alla Associazione degli operai tedeschi di Bruxelles. La Neue Rheinische Zeitung venne pubblicata a Colonia dal 1 giugno 1848 al 19 maggio 1849, quando, a causa di numerose insurrezioni in varie città tedesche, il giornale venne soppresso dal governo. Fino alla chiusura, Karl Marx ne fu il direttore.
(50) Come tutte le merci, anche la forza-lavoro vale quanto l’entità del lavoro necessario per produrla, e dunque quanto costa il mantenimento e l’addestramento del lavoratore/trice.
(51) Nei testi divulgativi per le conferenze o per gli opuscoli di propaganda, Marx era assai più comprensibile, pur mantenendo sempre rigore teorico, che nei tomi del Capitale e faceva largo uso di elementari esempi numerici. In genere, nonostante la giornata lavorativa fosse stata ridotta in Inghilterra per legge alle 10 ore (10 e mezzo in realtà), egli manteneva spesso la giornata di 12 ore come misura dei suoi esempi e calcoli sul valore e sui costi della forza-lavoro.
(52) K.Marx, Salario, prezzo e profitto Editori Riuniti, Roma, 1966, pp.77 e 85. Lo scritto è la trattazione che Marx fece nel 1865 al Consiglio generale della Associazione Internazionale degli Operai (la Prima Internazionale) per demolire la tesi che uno dei membri, John Weston, aveva sostenuto a proposito delle lotte operaie per gli aumenti salariali. Secondo Weston, aumenti generalizzati dei salari sarebbero stati annullati da equivalenti aumenti dei prezzi dei beni di consumo: e di conseguenza la lotta salariale era praticamente inutile. Per smontare con grande efficacia questa tesi – che ancora oggi tanti economisti “volgari” sostengono – Marx fece una specie di sommaria sintesi, leggibile anche da operai con basso grado di istruzione, dell’amplissimo testo su cui stava lavorando e che due anni dopo sarebbe stato pubblicato, con ben altro grado di difficoltà di lettura, come Libro Primo del Capitale.
(53) In forma semplice, ad esempio nel citato Salario, prezzo e profitto; e in forma più approfondita e complessa soprattutto nel Libro primo del Capitale, pubblicato nel 1867.
(54) K.Marx, Il Capitale Libro Primo, Editori Riuniti, Roma, 1966, pp.679-680.
(55) K.Marx-F.Engels, Il Manifesto…op.cit. pp. 69 e 75.
(56) K.Marx, Salario, prezzo e profitto, op.cit. pp.72-73.
(57) Ibidem, pp.106-7