(28) Ferdinand Lassalle (1825-1864), filosofo e politico tedesco, figlio di un ricco commerciante, partecipò ai moti rivoluzionari del 1848 a Parigi, dove entrò in contatto con Proudhon e i social-utopisti. L’incontro con Marx ed Engels non diede frutti, per un dissenso radicale sulle vie per la emancipazione dei lavoratori e il superamento del capitalismo. Organizzò il movimento operaio tedesco, creando nel maggio 1863 l’Associazione Generale degli operai tedeschi, avente come programma il suffragio universale per giungere al socialismo per via parlamentare. Nel 1864 Lassalle si trasferì a Parigi dove venne ucciso in un duello. La sua Associazione continuò l’attività e nel 1875 si fuse con il Partito Operaio Socialdemocratico di Liebknecht e Bebel, avviando la lunga storia della socialdemocrazia tedesca. E’ curioso notare l’esplicita stima che, al di là del profondo dissenso con le sue teorie, Bakunin nutriva nei confronti di Lassalle, in aperta contrapposizione con l’altrettanto chiara disistima nei confronti di Marx, come si può desumere da questo brano di Stato e anarchia che parte dalla protesta di Marx per il “furto” delle sue idee operato da Lassalle:
“Marx si lagna amaramente del furto di Lassalle, il quale si sarebbe appropriato delle sue idee. La protesta è incredibilmente strana da parte di un comunista che, predicando la proprietà collettiva, non capisce che una idea, una volta pronunciata, non appartiene più ad un individuo…Ma Lassalle era troppo intelligente e indipendente perché gli fosse necessario ricorrere a mezzi tanto meschini per attirare l’attenzione del pubblico..Era istruito, ricco, abile ed estremamente audace; possedeva in grandissima misura le doti della dialettica e dell’eloquenza, della chiarezza di comprensione e di esposizione. Al contrario del suo maestro Marx, che è forte in teoria, in intrighi segreti e sotterranei, e perde in compenso la sua forza e il suo valore nella pubblica arena, Lassalle era fatto apposta per la lotta aperta sul terreno pratico…Esercitava un’enorme influenza sul proletariato ma era ben lontano dall’essere un uomo del popolo..regnava con quell’intelligenza grazie alla quale si trovò alla direzione del proletariato tedesco e nel volgere di alcuni anni si acquistò una immensa popolarità. Tutta la borghesia liberale e democratica odiava profondamente Lassalle; e i suoi compagni di idea, i socialisti, i marxisti e lo stesso maestro Marx concentrarono su di lui la violenza della loro maligna gelosia. Lo odiarono esattamente come la borghesia ma fin che visse non osarono manifestargli il loro odio perché era troppo forte per loro” (M.Bakunin Stato e anarchia in Stato e anarchia ed altri scritti, Feltrinelli, Milano, 1968, pp.189-190).
(29) Bakunin riprendeva un brano del Manifesto di fondazione dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (comunemente denominata Prima Internazionale) scritto da Marx nel 1864.
(30) M .Bakunin, Stato e anarchia in “Stato e anarchia ed altri scritti”, op. cit., pp.190-191.
(31) Qui Bakunin usava il termine scienziati sia in chiave palesemente ironica verso il comunismo “scientifico” propugnato da Marx ed Engels, sia come definizione equivalente di politici-intellettuali che si auto-assegnino, in base alle loro conoscenze “scientifiche”, il compito di dirigere e guidare il proletariato e le masse popolari.
(32) Ibidem, pp.191-192.
(33) Ibidem, pag.193.
(34) P. Togliatti, Introduzione del 1948 al Manifesto del Partito Comunista op. cit. pp.13-14.
(35) Ibidem, pp.27-29.