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Il governo, vecchio o nuovo, restituisca con un decreto la garanzia del posto di lavoro alle maestre che degnamente insegnano con salari miserabili e classi sempre più impegnative

Il divieto di manifestare a Montecitorio, in occasione dell’insediamento delle nuove Camere, aveva gravemente deluso le maestre/e che volevano inviare ai nuovi/e deputati e senatori un messaggio forte e chiaro affinché venga loro restituita  la sicurezza del posto di lavoro, guadagnata in tanti anni  di precariato mal retribuito. La manifestazione, autorizzata in precedenza, era stata vietata all’ultimo momento dalla questura,forse per un intervento del ministro degli Interni che non ha voluto “turbare” la prima giornata dei neo-eletti/e, “recintando” il Parlamento con un’ampia zonaoff limitsper ogni sorta di protesta. Ciò malgrado, oltre un migliaio di maestre/e, con le bandiere dei COBAS e degli altri sindacati promotori dello sciopero di oggi, hanno circondato e assediato per cinque ore il MIUR, ribadendo con forza, dopo tre scioperi nell’arco di due mesi e altrettante manifestazioni nazionali, la loro protesta contro l’iniqua e assurda sentenza del Consiglio di Stato e le loro richieste, da presentare ai nuovi parlamentari e al governo che verrà (o a quello in carica, se il “ricambio” dovesse tardare).

E cioè,la conservazione del posto in “ruolo” o nelle GAE per le maestre/i DM che vi si trovano, la riapertura delle GAE per tutti/e i precari/e abilitati e l’immissione immediata “in ruolo” per i precari/e con 3 anni di servizio. Queste richieste sono state riportate poi ai funzionari del MIUR che hanno incontrato la delegazione delle maestre/i COBAS, che ha chiesto notizia anche del parere che l’Avvocatura di Stato avrebbe dovuto formulare in giornata sull’inaccettabile sentenza del Consiglio di Stato. Su questo punto i funzionari MIUR non sono stati in grado di fornirci alcuna notizia; mentre sugli obiettivi hanno espresso una generale “preoccupazione” per la riapertura delle GAE che, a loro dire, coinvolgerebbe una parte troppo elevata della categoria, lasciando intendere di preferire una non meglio definito “soluzione transitoria”. In ogni caso le conclusioni del MIUR sono state, come in precedenza, rinviate alle decisioni del “nuovo governo”.

A tal proposito, abbiamo replicato, e ribadiamo, cheun governo in carica c’è, e non è necessario per una soluzione positiva attendere un nuovo governo,sulla cui sorte e sui quali tempi neanche i principali protagonisti della vicenda sono in grado di garantire alcunché. Visto che tutti i gruppi parlamentari, prima delle elezioni, hanno dato, almeno a parole, il loro sostegno ad una soluzione positiva per le maestre/e al più presto, è sufficiente che tali gruppi riconfermino a Gentiloni e alla ministra Fedeli, entrambi ancora in carica, il loro appoggio a tale soluzione positiva, consentendo al governo in carica di varare un decreto che sani i pesantissimi danni prodotti dalla sentenza del Consiglio di Stato: e tutto ciò va fatto al più presto e comunque prima dell’estate e della fine delle lezioni. Nei prossimi giorni opereremo in tal senso, incontrando, una volta stabilizzatisi, i vari gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, invitando le maestre/i nel frattempo a non abbassare la guardia e a mantenere alti i livelli di mobilitazione.

Piero Bernocchi    portavoce nazionale COBAS

23 marzo 2018