November 20, 2017

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS – Il Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 19 ottobre ’17, ha riconosciuto il diritto di ogni docente di accedere all’intera documentazione relativa all’assegnazione del “bonus”, il sedicente “premio di merito”.

Ha infatti dato ragione a un insegnante che aveva richiesto, invano, al proprio preside “ copia delle schede individuali relative alla valutazione ai fini dell’attribuzione del bonus di merito di ogni singolo docente che lo precede in graduatoria e griglia di valutazione completa “.

E ciò perché, secondo la Presidenza del Consiglio, chi richiede atti relativi a una procedura alla quale ha partecipato vanta “ un interesse all’accesso de quo, previsto e tutelato dal combinato disposto degli artt. 7 e 10 della legge 241/90 “. Con questo chiaro e incontestabile pronunciamento si dovrebbe, perciò, mettere fine alla grottesca procedura che ha finora caratterizzato, in quasi tutte le scuole e su suggerimento del MIUR, l’assegnazione del premio. La stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici, infatti, non ha pubblicato né le graduatorie con le relative motivazioni, né, tanto meno, gli importi assegnati ai singoli premiati/e, presunti “migliori”.

Dopo aver teorizzato con la legge 107 (la sedicente “Buona scuola”) la necessità di stabilire una gerarchia tra i docenti in base ad un supposto “merito”, i capi di istituto – invece di indicare con la massima trasparenza e pubblicità a tutta la categoria questi insegnanti “modello” da cui tutti/e dovremmo prendere esempio, nonché le motivazioni e le doti che li rendono così “esemplari” – hanno nella quasi totalità dei casi occultato motivazioni, cifre assegnate, criteri usati e lista dei premiati. Confermando, con questo atteggiamento, che il “bonus” è una delle peggiori norme della 107, perché serve soltanto a creare una “corte” di fedelissimi/e del preside, un “cerchio magico collaborazionista” disposto a sostenere ogni arbitrio e ogni nefandezza aziendalistica, punendo e discriminando coloro che non accettano le brutture della 107 e il progressivo immiserimento materiale e culturale della scuola-azienda. Tale distruttivo meccanismo fomenta una pseudo-competizione stracciona, catastrofica per la qualità delle scuole, della didattica e dei rapporti tra docenti e tra questi e gli studenti, visto che a scuola è possibile sviluppare processi educativi positivi solo se si affermano, e si praticano, condivisione del lavoro e cooperazione e non lotta a coltello tra insegnanti, in nome peraltro (salvo per alcuni/e super-premiati) di pochi spiccioli.

Anche sull’onda di questo netto pronunciamento, invitiamo dunque tutti/e i/le docenti a farsi promotori di una grande “operazione trasparenza” nelle scuole, esigendo dai presidi tutta la documentazione relativa al sedicente “merito”, per dimostrare, dati alla mano, quanto sia ignobile questo meccanismo, che, conseguentemente, deve es