Parecchie decine di migliaia di docenti ed ATA hanno dato oggi un forte segnale di ribellione e di radicale opposizione alla politica scolastica del governo Meloni e del ministro dell’Istruzione Valditara. Lo sciopero, indetto dai COBAS Scuola, dall’Unicobas e da altre organizzazioni del sindacalismo di base, è stato convocato innanzitutto contro l’Autonomia differenziata, una sciagurata legge che, se realizzata, porterebbe alla frantumazione del sistema unitario di istruzione e subordinerebbe l’organizzazione scolastica a scelte politiche ed economiche ad essa esterne e estranee. Tutte le materie riguardanti l’istruzione passerebbero alle Regioni, con la creazione di 20 sistemi scolastici diversi. L’AD aumenterebbe la distanza tra Nord e Sud nel sistema scolastico e le diseguaglianze sociali tra i cittadini/e delle varie Regioni. Tale progetto distruttivo può ancora essere bloccato: questo abbiamo detto, in piazza e con lo sciopero, in questa confortante giornata di lotta.

Ma lo sciopero è stato indetto per oggi anche perché questa mattina erano convocati gli inutili e dannosi quiz Invalsi nella scuola Primaria, contro la cui funzione negativa e fuorviante lottiamo oramai da venti anni. Tante maestre/i hanno bloccato la somministrazione dei quiz, e al boicottaggio di essi hanno contribuito con lo sciopero anche tanti ATA. E nelle manifestazioni abbiamo poi ribadito quanto i quiz siano inutili, come confermano i Rapporti annuali dell’ente Invalsi, che dimostrano come 20 anni di quiz non abbiano migliorato la qualità della didattica; ma anche dannosi, perché, oltre a far spendere  circa 30 milioni l’anno, cancellano ore di buona didattica, sostituite da allenamenti ai test. Considerazioni che rendono tanto più inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti.

Tra le manifestazioni territoriali, particolarmente significativa quella di Roma sulle scalinate del Ministero Istruzione, alla quale, oltre ai docenti ed ATA, hanno partecipato anche molti bambini/e della Primaria insieme ai loro genitori. Durante l’iniziativa, i vari interventi hanno allargato i temi della protesta, pronunciandosi ad esempio contro il taglio continuo delle scuole, per la riduzione del numero di alunni/e per classe; contro la gerarchizzazione dei docenti con la creazione di figure artificiali come il tutor e gli orientatori ,e per  significativi aumenti salariali che almeno facciano recuperare a docenti ed ATA quanto perso negli ultimi anni; contro il precariato a vita; e dicendo basta con le aggressioni e il mobbing contro i docenti da parte di troppi genitori, basta con lo strapotere dei dirigenti scolastici, basta con il sessismo e il non rispetto delle differenze nelle scuole. Infine, in particolare per gli ATA corale è la richiesta di aumento degli organici, mentre dalla scuola Primaria e dell’Infanzia viene con forza la richiesta per la parità oraria e di retribuzione con gli altri ordini di scuola oltre che l’aumento dell’organico per il sostegno.

PIERO BERNOCCHI