Notizia scritta il 13/06/12 alle 11:13. Ultimo aggiornamento: 14/06/12 alle: 11:11

Domenica 17 giugno la Grecia vota per la formazione del nuovo governo, dopo le ultime elezioni di inizio maggio che non hanno consegnato una maggioranza ad Atene. L’appuntamento elettivo è seguito da tutta Europa: potrebbe infatti ottenere la maggioranza assoluta dei seggi Syriza, la Coalizione delle Sinistre radicali che rigetta gli ultimatum della Troika.

Monti, e le cancellerie europee, in questi giorni, stanno spingendo in tutti i modi – leciti e illeciti – per scongiurare l’ipotesi Syriza.

Per rispondere alle pressioni internazionali, che paventano scenari apocalittici in caso di vittoria di Syriza, la coalizione radicale di sinistra data testa a testa con i conservatori di Nea Dimocratia ha deciso di prendere parola sul principale quotidiano della comunità finanziaria europea, il conservatore Financial Times. In un intervento pubblicato oggi, il leader Alexis Tpiras ha detto che “Syriza è impegnata a mantenere la Grecia nell’area euro”. Ma avverte: l’austerity “minaccia di costringerci fuori dall’euro”.

Lo stesso leader di Syriza, Tpiras, ha affermato che “il popolo greco vuole sostituire il fallimentare vecchio memorandum firmato a marzo con l’Ue e il Fmi con un piano nazionale per la ricostruzione e la crescita. Questo è necessario per evitare una crisi umanitaria e salvare la moneta unica”.

Come si guarda al voto in Grecia ma anche in Italia? Proviamo a rispondere a queste domande con diversi contributi

Iorgos Mitraglias giornalista indipendente e membro del Comitato contro il debito greco.

Giorgio Cremaschi della sinistra della Cgil e del Comitato No Debito

Piero Bernocchi portavoce della Confederazione Cobas