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31 gennaio-5 febbraio     2° Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre, circa 60 mila partecipanti e quasi cinquemila organizzazioni. Tra le varie decisioni, rilevante quella di dare l’avvio al Forum Sociale Europeo (FSE) che Piero Bernocchi per i COBAS e Raffaella Bolini per l’ARCI, entrati a far parte del Consiglio Internazionale (CI) del FSM, propongono si tenga in Italia e probabilmente a Firenze. Malgrado l’opposizione della delegazione francese, sull’onda del grande successo mondiale del controvertice antiG8 di Genova, la proposta COBAS-ARCI viene approvata con larghissimo consenso, mentre in Francia si terrà l’edizione successiva del 2003.
15 febbraio  Sciopero generale di tutto il lavoro dipendente pubblico e privato, con la Scuola in prima fila, contro le politiche del governo Berlusconi e la riforma Moratti della scuola e in difesa dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, indetto da COBAS e RdB-CUB. Grande corteo a Roma di circa 150 mila persone, di cui circa un terzo lavoratori/trici della scuola e studenti.
2 marzo   A Bologna Assemblea nazionale del movimento altermondialista (“no-global”) e dei Forum sociali con all’ordine del giorno l’andamento del FSM di Porto Alegre, la decisione di organizzare il primo Forum Sociale Europeo in Italia (Bernocchi e Bolini, a nome di COBAS ed ARCI, confermano la proposta già fatta a Porto Alegre che il FSE si svolga a Firenze nell’autunno), la proposta COBAS di andare ad uno sciopero generale contro il governo e la partecipazione alla manifestazione indetta dalla CGIL per il 23 marzo a difesa dell’art.18.
9 marzo    A Bruxelles prima assemblea preparatoria del FSE che si terrà in Italia. Forte polemica sulle modalità organizzative del FSE: la delegazione italiana (in prima fila COBAS e ARCI, con Bernocchi e Bolini che impostano l’Assemblea) propone una struttura decisionale assembleare, articolata poi in gruppi di lavoro. Forte resistenza da parte di alcuni membri del Consiglio Internazionale (CI) del FSM, che vorrebbero un controllo centralizzato, analogo a quello sperimentato a Porto Alegre da parte del CI del FSM. Prevale comunque la proposta italiana.
19 marzo    Le Brigate Rosse uccidono Marco Biagi, consulente del governo Berlusconi ed estensore del “Libro Bianco” sul lavoro e promotore di varie proposte sull’estensione normativa del lavoro precario. Campagna di stampa e governativa contro i COBAS e il sindacalismo di base, accusati di essere gli ispiratori di questo attentato.
23 marzo   Enorme partecipazione popolare alla manifestazione della CGIL a Roma in difesa dell’art.18. Gli organizzatori parlano addirittura di tre milioni di persone, assai più realistica la cifra di un milione. Il segretario generale CGIL Cofferati rifiuta di dare la parola ad un esponente del movimento “no-global”, che pure porta in piazza parecchie decine di migliaia di persone. I COBAS decidono di non partecipare al corteo in quanto organizzazione.
16 aprile   COBAS e RdB-CUB replicano lo sciopero del 15 febbraio mantenendone gli obiettivi. Questa volta contro il governo e in difesa dell’art.18 scioperano anche Cgil-Cisl-Uil ma con manifestazioni separate. A quella romana indetta da COBAS e RdB partecipano almeno 50 mila persone. Manifestazioni rilevanti anche a Milano, Napoli, Firenze, Palermo e Cagliari.
21 aprile  Riunione del Coordinamento italiano per la preparazione del FSE assegnato all’Italia. Viene definitivamente accettata la proposta dei COBAS, dell’ARCI e del Movimento antagonista toscano (MAT) – presentata da Bernocchi e Bolini – di svolgere il Forum a Firenze a novembre.
11 maggio   A Vienna seconda Assemblea europea di preparazione del FSE di Firenze, con la presenza centrale della delegazione italiana e dei COBAS in particolare.
28 maggio    A Pratica di Mare (vicino Roma) si tiene il summit della NATO con la presenza del presidente statunitense George Bush. La manifestazione di protesta organizzata a Roma dal Social Forum e dai COBAS registra una scarsa presenza in piazza, un migliaio di persone a malapena.
8 giugno  In occasione dell’Assemblea Mondiale della FAO, manifestazione a Roma dei movimenti ambientalisti e contadini, con la presenza del movimento “no-global”, dei COBAS e di altri sindacati. Almeno 15 mila persone manifestano in corteo fino al palazzo della FAO.
19-21 luglio    A Genova “tre giorni” di dibattiti e di iniziative ad un anno dall’antiG8 del luglio 2001, dall’uccisione di Carlo Giuliani, la “mattanza” nella scuola Diaz e le torture della caserma Bolzaneto. 80 mila persone nel corteo conclusivo, almeno cinquemila nel pezzo COBAS.
4 e 15 settembre    Due sessioni di lavoro del Coordinamento italiano che prepara il FSE di Firenze. Fissata definitivamente la data del FSE che si svolgerà dal 6 al 10 novembre.
1 ottobre  Presentazione ufficiale con una conferenza-stampa della prima edizione del Forum Sociale Europeo (FSE) che si terrà a Firenze dal 6 al 10 novembre.
5 ottobre  In tutta Europa e in parecchie città italiane manifestazioni contro le minacce di invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati. In particolare a Roma, 10 mila persone in corteo con una buona presenza COBAS.
15 ottobre  Il Ministero degli Interni prende in considerazione l’ipotesi di sospendere, durante il FSE, gli accordi di Schengen e ripristinare i controlli alle frontiere anche per i cittadini/e della UE. Grande allarme e proteste da parte dei COBAS e degli altri promotori del FSE.
18 ottobre  Sciopero generale indetto da COBAS e RdB-CUB contro la Finanziaria del governo Berlusconi, il Patto per l’Italia, le minacce di guerra all’Iraq e la riforma Moratti nella scuola. Manifestazioni in 20 città, circa 300 mila persone in piazza, 50 mila a Roma con studenti e movimento no-global. Sciopera anche la CGIL.
19 ottobre    Incontro a Firenze per la gestione del FSE tra il prefetto Serra e una delegazione del Forum. Il prefetto, avendo avuto conflitti con il MAT, alleato dei COBAS, chiede esplicitamente la presenza del portavoce Bernocchi all’incontro. Quest’ultimo protesta vivacemente per le minacce che vengono dal Ministro dell’Interno Pisanu di sospendere gli accordi di Schengen durante il Forum. Serra sostiene che tale sospensione non ci sarà ma chiede garanzie sulla gestione del Forum. Viene fissato un altro appuntamento, dopo che saranno più chiare le intenzioni del governo.
22 ottobre    Conferenza-stampa a Roma dei rappresentanti del FSE contro le minacce giunte dal Ministero degli Interni, motivate dall’arrivo di presunte organizzazioni “a rischio” e da un ipotetico conflitto che si sarebbe aperto tra COBAS e Disobbedienti per l’egemonia del Forum, che, secondo Pisanu, provocherebbe l’ingestibilità del Forum stesso. Bernocchi per i COBAS e Fratoianni per i Disobbedienti smontano la strumentale costruzione del ministro e fanno presente come sarebbe invece il blocco di Schengen a creare enormi tensioni, di ben difficile gestione.
23 e 29 ottobre  Altri due incontri della delegazione FSE e il prefetto Serra, che si concludono positivamente. Non ci sarà il blocco di Schengen e delle frontiere e le richieste per le piazze e i cortei programmati nel quadro FSE vengono accettate. Accordo anche per la manifestazione che i COBAS gestiranno, insieme al MAT e ad alcune organizzazioni greche, basche e inglesi, il primo giorno del FSE e indipendentemente da esso, davanti alla base USA di Camp Darby. Bernocchi ribadisce l’assoluta pacificità del corteo e smentisce le assurde voci diffuse dalla stampa e da alcuni esponenti politici sulle intenzioni dei COBAS di “occupare” la base militare. Comunque la stampa locale e nazionale sta creando grande tensione intorno a tale manifestazione.
4 novembre Conferenza-stampa di Piero Bernocchi per presentare la manifestazione di Camp Darby che si terrà il 6 novembre, giorno di l’apertura del Forum. Massiccia presenza di giornalisti, essendo questa la notizia più “calda” degli ultimi giorni, per i timori di incidenti diffusi da quasi tutti i mezzi di informazione e dal ministro degli Interni Pisanu che ha definito l’iniziativa “ad alto rischio”. Bernocchi ribadisce il carattere assolutamente pacifico della manifestazione. Intervengono anche esponenti del MAT e delle organizzazioni inglesi e greche che parteciperanno al corteo.
6 novembre  Cinquemila persone, garantite da un forte servizio di autotutela dei COBAS e del MAT, sfilano fino alla base militare USA di Camp Darby in maniera pacifica, alla presenza di un numero spropositato di TV e giornalisti in attesa di incidenti che non arrivano. Nel comizio finale Bernocchi spiega che i COBAS hanno così voluto denunciare il ruolo aggressivo e imperialista degli USA e le inaccettabili servitù militari imposte all’Italia con le basi statunitensi. Essendo questa impostazione non condivisa da tutto il FSE, i COBAS si erano accollati la piena responsabilità dell’iniziativa. Contemporaneamente, si è aperto ufficialmente il Forum. Il numero di iscritti/e  alla Fortezza da Basso (luogo centrale delle iniziative) ha già superato le 50 mila unità.
7-8 novembre   Il FSE prosegue con centinaia di seminari, assemblee, performances all’aperto, che si svolgono in netta prevalenza alla Fortezza da Basso. I partecipanti hanno superato la cifra di 60 mila, più o meno quanti alle prime due edizioni del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre.
9 novembre   Manifestazione conclusiva del FSE con oltre 500 mila partecipanti. Il corteo è aperto dallo striscione del FSE con i principali esponenti del FSE, tra i quali Piero Bernocchi. I COBAS e il MAT formano la prima parte strutturata del corteo, con alcune decine di migliaia di militanti e simpatizzanti.
10 novembre  Assemblea di chiusura del FSE. Tra le proposte finali, spicca quella presentata da Bernocchi e da Raffaella Bolini dell’ARCI, che rilanciano quanto già avanzato dai COBAS nei seminari sul lavoro e anti-guerra:cioè, di effettuare un grande sciopero generale europeo, con manifestazioni in tutte le capitali. con l’obiettivo di portare in piazza in tutta Europa almeno 10 milioni di persone il 15 febbraio 2003, contro la minacciata invasione dell’Iraq da parte degli USA e dai loro alleati. La proposta viene approvata per acclamazione.
15 novembre  20 esponenti della Rete Sud Ribelle e del movimento “no global”, tra i quali 6 militanti COBAS, due dei quali membri dell’EN della Confederazione COBAS, vengono arrestati a Cosenza, Taranto e Napoli con l’accusa della Procura di Cosenza di aver organizzato gli scontri a Genova con intenti “sovversivi”. Immediata mobilitazione generale di protesta in tutta Italia. Il giorno dopo a Roma 30 mila persone in corteo chiedono l’immediata scarcerazione dei 20.
23 novembre   A Cosenza grande corteo di 50 mila persone sfila per le strade della città, tra la folla degli abitanti solidali, per chiedere la liberazione dei 20 arrestati. Alcune migliaia, in prevalenza provenienti dalla Calabria, Puglie e Campania, manifestano nello spezzone COBAS.
30 novembre  Manifestazione nazionale a Torino contro la legge Bossi-Fini e in difesa dei migranti. Almeno 30 mila persone in corteo.
3 dicembre  Crolla la montatura contro i militanti di Sud Ribelle, COBAS e Disobbedienti. Vengono liberati tutti/e gli accusati/e, sia quelli in carcere sia quelli agli arresti domiciliari.
6 dicembre   Sciopero generale della Scuola e del Pubblico Impiego convocato da COBAS e RdB per un contratto con aumenti consistenti, per cancellare la riforma Moratti, per il salario europeo. A Roma corteo con 50 mila persone.
7-8 dicembre   A Parigi prima Assemblea preparatoria per il 2° Forum Sociale Europeo che si terrà nel novembre 2003 nella capitale francese. La delegazione italiana gestisce l’ordine del giorno (alla presidenza Bernocchi, Bolini, Muhlbauer) centrato sul bilancio, unanimemente considerato molto positivo, del Forum di Firenze e sull’attuazione delle proposte scaturite nell’Assemblea di chiusura. Viene riconfermato l’impegno per la giornata europea contro la guerra del 15 febbraio 2003, che ci si impegna a proporre, affinché diventi giornata mondiale, al prossimo FSM di Porto Alegre. In merito allo sciopero, però, non c’è ancora un impegno specifico da parte dei sindacati della CES che partecipano alla preparazione del FSE.
12 dicembre    Manifestazione a Genova per chiedere verità e giustizia su quanto avvenuto durante il controvertice antiG8 del luglio 2001 con la partecipazione di almeno 30 mila persone.