Notizia scritta il 28/05/14 alle 09:48. Ultimo aggiornamento: 28/05/14 alle: 09:52

testa d europaElezioni Europee 2014; i dati e le prime valutazioni.

ITALIA – Cala in modo netto l’affluenza in Italia: 58,7%, quasi otto in meno del 2009, mentre a livello europeo dato stabile rispetto a 5 anni fa con il 43% di votanti.

In Italia il Pd ha registrato un consenso parademocristiano, il 40,8%, che si traduce in oltre 11 milioni di voti. Il M5S deve ridimensionare e di molto le sue aspettative. Pur arrivando a conquistare cinque milioni e ottocentomila voti, l’M5S viene di fatto doppiato dal Pd: i grillini si fermano al 21,1.

Forza Italia è in caduta libera, con 4,6 milioni di elettori e una percentuale mai così bassa, il 16,8%. Bene invece la Lega Nord che si attesta sul 6,15% (1,7 milioni di voti) e punte del 15% in Lombardia. Si ferma al 4,3% il Nuovo centro destra di Alfano e Casini (1,2 milioni di voti), mentre la lista L’Altra Europa con Tsipras, in Italia, supera di pochissimo il 4%: per la precisione, 4.03%, pari a 1milione e 100mila voti, pari a tre europarlamentari. Spariscono infine i montiani, allo 0.7%. Meglio fanno i Verdi, 0,9%, mentre l’Idv è allo 0,65%.  e il Pd trionfano quindi al voto: i democrats sono primo partito anche al Nord Est, anche se è dal Centro che arrivano risultati vicini al 50%.

  EUROPEE 2014 VS. POLITICHE 2013- Confrontando i voti assoluti Renzi è riuscito a conquistare oltre due milioni e mezzo di voti: dagli 8 milioni e 646mila del 25 febbraio 2013, data delle ultime politiche, agli 11 milioni e 100mila di domenica 25 maggio. Ma soprattutto ne perdono sia il Movimento Cinque Stelle (meno quasi 3 milioni di elettori) sia Forza Italia (anche considerando la scissione di Alfano). L’altro partito che incrementa rispetto alle Politiche è la Lega Nord che sfiora un milione e 700mila voti. Aumenta voti anche An – Fratelli d’Itali , mentre sparisce l’alfiere dell’austertiy nuda e cruda, i montiani, si volatilizza il blocco che aveva scelto Mario Monti, la cui rappresentanza nel Paese è ormai ridotta al lumicino. L’Altra Europa con Tsipras ha conquistato gli stessi voti (un milione e 100mila) della sola Sel nel 2013 (quando correva anche Rivoluzione Civile con i suoi 765mila votanti).

In numeri assoluti chi guadagna e chi perde voti in queste elezioni? Quali sono stati gli spostamenti dell’elettorato? Il confronto dei dati realizzato   dall’istituto Cattaneo, ce lo riassume il professor Dario TuortoAscolta

EUROPA – A livello europeo lo scenario iniziale sembra esprimere un generale rifiuto alle politiche di austerity applicate sia da centrodestra che da centrosinistra, anche se la via d’uscita elettorale dall’attuale situazione assume direzioni decisamente diverse da paese a paese. Quel che è certo è però il calo netto di chi sta al governo, Italia esclusa, dove la crisi dell’esecutivo Letta è ancora relativamente fresca, essendo passati solo tre mesi dall’inizio della narrazione nuovista made in Renzi.

Avanza quindi nettamente la destra e l’ultradestra nazionalista, anche se i sondaggi la davano oltre il 25%, mentre il risultato reale sarebbe a livello continentale più vicina al 20%. E’ il FRONT NATIONAL di Marine Le Pen il simbolo del terremoto che scuote uno dei paesi più grandi dell’Ue, e che con il record storico di oltre il 25%, mette all’angolo i socialisti del presidente François Hollande, a cui la Le Pen ha chiesto di sciogliere il Parlamento per avere elezioni legislative anticipate.

In Gran Bretagna anche l’UKIP di Nigel Farage è primo partito. In Grecia, a vincere nettamente la tornata elettorale è Syriza, partito della sinistra radicale. Il leader Alexis Tsipras ha chiesto al premier in carica, Samaras, il ritorno alle urne delle politiche. Va però ricordato che terzo partito è il neonazista ALBA DORATA che ottiene quasi il 10%. E se in Olanda, dove si è votato giovedì, i populisti islamofobi del PVV di Geert Wilders hanno subito un forte arresto, in Danimarca è boom per l’estrema destra del DANISH PEOPLE PARTY, primo partito con il 23,1% mentre i nazionalisti di estrema destra dell’ NPD tedesco con solo l’1% otterebbero un seggio nell’Europarlamento anche grazie all’eliminazione della soglia di sbarramento da parte della Corte costituzionale tedesca. Sempre in Germania si afferma inoltre il partito antieuro ALTERNAIVE FUER DEUTSCHLAND (Afd) con il 6,5%. L’austriaco FPOE, il partito fondato negli anni ’90 da Haider, ha visto raddoppiare i consensi raccolti superando il 20%. Successo in Polonia del piccolo partito euroscettico KNP di Janusz Korwin-Mikke, che conquisterebbe 4 seggi col 7,2%. In Ungheria la situazione più grave: la destra ultraconservatrice di Fidesz è oltre il 50%, gli antisemiti e neonazisti dichiarati di Jobbik seguono al secondo posto, di poco sotto al 20%.

I NOSTRI AUDIO – Dalla Francia Cesare Piccolo, giornalista frrelance, sull’exploit del Front National

Mariangela Casalucci nostra corrispondente dalla Spagna.

Sul voto nel paese basco, con il risultato di EH Bildu che conquista un seggio, l’analisi di Giovanni Giacopuzzi, storico e nostro collaboratore su temi baschi.

Dall’Inghilterra il nostro corrispondente e docente allìuniversità del MIddlesex Nicola Montagna.

Dalla Grecia Achille, nostro corrispondente da Atene.

Il commento del sociologo dei processi politici alla Bicocca Roberto Biorcio sul risultato della Lega Nord e del MoVimento 5 Stelle.

L’analisi di Luca Casarini, candidato lista Tsipras.

Il commento di Piero Bernocchi, dei Cobas, sul voto italiano.

Il dibattito tra Beppe Caccia, da Venezia e globaproject.info, e Raffaele Sciortino,autore di diversi articoli per Infoaut.org, sul voto.

Il dibattito tra il professor Marco Revelli, fra i promotori della lista Tsipras, e Aldo Giannulli, docente universitario e ricercatore storico alla Statale di Milano che nei giorni scorsi aveva annunciato il proprio voto al M5S

Le considerazioni di Marco Scibona, M5S, sul voto nazionale e sul voto locale, Val Susa, al Movimento 5 Stelle.

AMMINISTRATIVE – Ancora elezioni; oltre alle Europee si è votato domenica in oltre 4000 Comuni per il rinnovo dei consigli comunali, per i governatori di Piemonte e Abruzzo e per trenta capoluoghi di provincia. Anche qui vince il Pd un po’ dovunque. In Piemonte eletto Sergio Chiamparino con il 47 per cento dei consensi, stacca il candidato del centrodestra al 22 per cento e Davide Bono del Movimento Cinque Stelle, fermo al 21,5. In Abruzzo vince Luciano D’Alfonso, centrosinistra, con il 46 per cento. A Firenze Dario Nardella, il delfino di Renzi, è Sindaco al primo turno con il 59 per cento dei consensi. Vanno invece al ballottaggio Bari, Bergamo e Padova. Per quanto riguarda il bresciano, ballottaggi a Chiari, Ghedi, Lumezzane e Montichiari

Luca, di BG Report, sul voto a Bergamo.

Omar, Movimento Antagonista Livornese, sul voto a Livorno.

Ettore D’Incecco, COBAS scuola di Pescara, sul voto regionale in Abruzzo.