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13 marzo  Un’Assemblea di 500 persone all’ex-Cinema Palazzo di Roma avvia la Campagna per i Referendum sociali, 4 contro la Legge 107 (la cosiddetta “Buona scuola”), 1 contro gli inceneritori e 1 contro le trivellazioni petrolifere. Tra i principali promotori dei 6 quesiti i COBAS.

17 marzo   Depositati in Cassazione i 6 quesiti referendari. I COBAS firmano i 4 quesiti referendari con Piero Bernocchi, che ne è il primo firmatario.

9 aprile   Inizia la raccolta delle firme referendarie, per arrivare alle 500 mila firme valide per ogni quesito ci sono a disposizione 90 giorni.

4-5 maggio   Sciopero nazionale indetto dai COBAS nelle Elementari contro lo svolgimento nelle due giornate dei quiz Invalsi.

12 maggio   Sciopero generale in ogni ordine di scuola, indetto dai COBAS e da altri sindacati conflittuali, in coincidenza dei quiz Invalsi alle Medie Superiori. Forte boicottaggio dei quiz anche da parte di molte organizzazioni studentesche. Sit-in al MIUR con un migliaio di persone.

7 luglio   Scade il termine per la raccolta delle firme referendarie che vengono consegnate alla Cassazione solo per i 4 quesiti scuola, essendo il numero delle firme per gli altri quesiti molto lontano dal necessario. Ma anche i quesiti-scuola sono ad altissimo rischio perché il numero delle firme raccolte oscilla tra le 505 mila e le 515 mila. E tenendo conto del numero di errori e di firme invalidate in precedenti tornate referendarie, è assai improbabile che si raggiunga l’obiettivo delle 500 mila valide. Comunque i COBAS hanno raccolto circa 120 mila firme, la Cgil circa 300 mila e tutte le altre organizzazioni sindacali o studentesche o Reti telematiche o collettivi hanno dato un contributo nettamente inferiore alle aspettative.

4 ottobre   La Cassazione conferma che gli obiettivi referendari non sono stati raggiunti neanche per i quesiti-scuola, le cui firme reali oscillano, a seconda del quesito, tra le 460 mila e le 480 mila.

4 dicembre   Al referendum costituzionale sulla “riforma Renzi” vittoria netta dei NO con il 60%. Il governo Renzi si dimette e viene sostituito da un-governo-fotocopia guidato da Paolo Gentiloni. Al MIUR, la ministra Giannini viene sostituita da Valeria Fedeli, del PD, “renziana”, ex-Segretaria generale dei Tessili Cgil.