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IL CONSIGLIO DI STATO BOCCIA LA RIFORMA DELLE SUPERIORI

Dal Consiglio di Stato arriva un importante stop alla riforma delle superiori che Gelmini e il governo vorrebbero attuare fin dal prossimo anno scolastico. Secondo il Consiglio, i Regolamenti emanati dalla Gelmini per licei, istituti tecnici e professionali vanno ben oltre quanto era contenuto nella delega concessa al governo. Infatti, dicono i magistrati, la delega prevedeva “la sola ridefinizione dei curriculi vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei diversi piani di studio e relativi quadri orari”, mentre i Regolamenti “sembrano spingersi ben oltre la mera razionalizzazione”.

Il Consiglio di Stato dunque, prima di dare il giudizio definitivo, impone a Gelmini che spieghi “su quale base abbia proceduto all’estensione dell’oggetto di delega e se le finalità di contenimento della spesa e di razionalizzazione delle risorse umane e strumentali giustifichino l’ampia revisione operata”. Il Consiglio richiede anche spiegazioni a proposito della quota di piani di studio delegata alle singole istituzioni scolastiche, nonchè della costituzione dei “dipartimenti per il sostegno alla didattica e alla progettazione formativa” e del “comitato scientifico con funzioni consultive per gli spazi di autonomia e flessibilità”, affermando che, a parere dei magistrati, “sarebbe più coerente lasciare alle istituzioni scolastiche la scelta in merito alla istituzione di tali organismi”.

Se, oltre a questo cruciale stop da parte del Consiglio di Stato, aggiungiamo che mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari, che avrebbero dovuto concludere i lavori entro novembre e che ora dovranno ridiscutere tutto alla luce del pronunciamento dei magistrati, diventa assai concreta la possibilità di far saltare l’applicazione della riforma, almeno per il prossimo anno. Avremmo di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinchè tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l’intera scuola pubblica italiana.

Piero Bernocchi portavoce nazionale dei COBAS

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