Cobas Scuola

Il 12 maggio

sia una giornata memorabile per battere la cattiva scuola del Ddl Renzi

Per un grande sciopero unitario dei lavoratori/trici della scuola e degli studenti, sostenuto da tutti i cittadini/e che vogliono difendere la scuola pubblica

L’Assemblea convocata sabato 11 aprile dall’Unione degli studenti – e alla quale hanno partecipato numerose organizzazioni sindacali, strutture studentesche nazionali e territoriali, associazioni di cittadini e genitori, o non operanti direttamente nella scuola pubblica ma interessate alla sua difesa, comitati di precari e parlamentari – ha costituito un significativo passo avanti nel tentativo di dare vita ad una ampia alleanza tra i protagonisti dell’istruzione pubblica – e tra essi e coloro che ne hanno a cuore le sorti – al fine di battere la cattiva scuola del Ddl Renzi e costringere il governo a ritirare il distruttivo disegno di legge attualmente in discussione al Parlamento.

Malgrado le differenze di impostazione, di obiettivi e di programmi che permangono tra i partecipanti all’Assemblea, il parere unanime emerso è che la gravità dei contenuti del Ddl Renzi ci imponga di mettere in secondo piano tali differenze per unificare la lotta su pochi ma netti punti in comune che ci consentano di ingigantire le proteste e le mobilitazioni in corso, arrivando in particolare ad una memorabile giornata di sciopero e di mobilitazione che chiuda la gran parte delle scuole italiane e porti in piazza tutto quel popolo della scuola pubblica che da tempo non riesce ad esprimere unitariamente la sua forza e la sua volontà di opporsi alla sempre più distruttiva aziendalizzazione della scuola, all’immiserimento materiale e culturale che tutti i governi di centrosinistra o centrodestra negli ultimi anni hanno imposto all’istruzione pubblica italiana.

Netto è apparso il rifiuto del ricatto renziano, e cioè l’assunzione di una parte dei precari in cambio dell’accettazione supina di una scuola consegnata nelle mani di un preside padrone, che dittatorialmente e senza alcun vincolo, stabilirebbe le regole delle assunzioni, dei licenziamenti, della didattica, delle retribuzioni, dei premi e delle punizioni per docenti, Ata e studenti: una scuola che intenderebbe scimmiottare l’aziendalismo alla Marchionne, trasformando gli studenti in apprendisti e subendo la continua riduzione dei propri  finanziamenti mentre aumentano quelli delle private. A tal proposito, la larghissima maggioranza degli interventi ha ritenuto che l’unità si possa realizzare su due obiettivi limpidi ed immediati: 1) ritiro del Ddl della cattiva scuola di Renzi, disegno di legge considerato non emendabile e da respingere globalmente; 2) stralcio dal Ddl di un decreto per l’assunzione di tutti i precari che da anni lavorano nella scuola, anche in ottemperanza della sentenza della Corte europea contro lo sfruttamento reiterato del lavoro precario.

Gran parte dei partecipanti e in particolare la totalità degli studenti hanno proposto che lo sciopero e la mobilitazione di piazza si svolgano il 12 maggio, giornata in cui si effettueranno alle Superiori i quiz Invalsi che il governo intende usare come metro di valutazione delle scuole, dei docenti e degli studenti, e che sono oramai divenuti uno dei veicoli decisivi per l’immiserimento della scuola e la ridicolizzazione del lavoro docente. Il legame tra gli indovinelli invalsiani e la cattiva scuola di Renzi rende di grande rilievo- hanno detto in tanti – far coincidere lo sciopero per il ritiro del Ddl Renzi con il boicottaggio dello strumento-chiave della scuola quiz.

A proposito della data del 12 maggio, che ha ricevuto consensi quasi unanimi, un problema è stato posto da alcune organizzazioni sindacali, essendo in tale data già convocato lo sciopero nazionale da parte dei COBAS, all’interno di un calendario che prevede il blocco delle attività il 5 e il 6 per le scuole dell’infanzia e per le elementari (date dei quiz alle elementari) e il 12 per le medie e le superiori. In effetti, a causa dei vincoli posti dalla “rarefazione”, lo sciopero del 6 nelle elementari e nell’infanzia non permetterebbe ai lavoratori/trici di tali scuole di essere con gli altri il 12. Come COBAS abbiamo assicurato che, qualora venga confermata dai sindacati presenti all’Assemblea l’accettazione della data del 12 maggio, il nostro EN deciderà in tempi rapidi in merito alla revoca dello sciopero del 6.

Infine, in gran parte degli interventi è stata espressa la preferenza per una manifestazione nazionale a Roma per il 12, piuttosto che per manifestazioni locali diffuse. Pur essendo come COBAS disponibili per una scelta del genere, riteniamo però fondamentale che si svolga in tempi ragionevolmente rapidi la più ampia consultazione territoriale, condotta nelle forme più unitarie possibili, per valutare quale sia al proposito l’orientamento più diffuso tra docenti, Ata e studenti, in modo che il Coordinamento, costituitosi per dare seguito alle volontà e agli obiettivi espressi nell’Assemblea, possa avere tutti gli elementi utili, dopo aver verificato la convergenza sindacale e studentesca sulla giornata del 12, per indicare la scelta più efficace nelle modalità di mobilitazione di piazza per il 12.

 

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

 

13 aprile 2015