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9 gennaio  Il Coordinamento nazionale di lotta degli Autoferrotranvieri, con il sostegno dei COBAS e di altri sindacati di base, promuove lo sciopero nazionale dell’intera giornata contro il pessimo contratto (scaduto da 2 anni) firmato da Cgil-Cisl-Uil. Lo sciopero ha un successo straordinario, con medie dell’80% di partecipanti nelle principali città. Grande visibilità mediatica, forte attacco governativo al diritto di sciopero, ma nelle numerose trasmissioni televisive sul tema, con la presenza dei COBAS, emerge con evidenza chi in questo momento rappresenta davvero la categoria e chi sono i responsabili del furto di democrazia sindacale ai loro danni.
10 gennaio Seminario nazionale del movimento no-global in preparazione della Assemblea nazionale del 7-8 febbraio (a Bologna) e in vista del FSM di Mumbay. Otto tavoli tematici e vivace discussione sulle questioni della guerra, della cosiddetta “spirale guerra-terrorismo” evocata dal PRC in contemporanea con il suo riavvicinamento al centrosinistra, e dell’impostazione generale della manifestazione nazionale del 20 marzo per il ritiro delle truppe dall’Iraq. Per chiarire le divergenze esistenti nel movimento su questi temi, COBAS, Disobbedienti, Attac e Sinistra Critica decidono di scrivere un documento unitario da far circolare prima dell’Assemblea di Bologna.
16 gennaio  Esce, ed ha ampia circolazione sulla stampa (che parla di “spaccatura” nel movimento) il documento Di fronte al potere violento non basta dirci non-violent”, polemico nei confronti delle componenti del movimento “moderate” e legate al centrosinistra ma anche nei riguardi della nuova linea del PRC. E’ firmato da Piero Bernocchi per i COBAS, da Luca Casarini per i Disobbedienti, da Marco Bersani per Attac e da Salvatore Cannavò in qualità di vice-direttore di Liberazione.
17 gennaio  Manifestazione nazionale in difesa del Tempo Pieno e prolungato e per il ritiro della legge Moratti, convocata da un ampio arco di forze, dalla Cgil e Cisl ai COBAS e al Coordinamento in difesa del tempo pieno e prolungato, dal PRC ai Verdi e al’ARCI. 60-70 mila in piazza a Roma.
30 gennaio Nuovo sciopero nazionale degli autoferrotranvieri, che seppure non dilagante come quello del 9 gennaio, raggiunge comunque ragguardevoli medie del 50% nelle principali città.
6 febbraio  Alla vigilia dell’Assemblea nazionale del movimento altermondialista viene diffuso un documento in linea con quello di Bernocchi, Bersani, Cannavò e Casarini, uscito il 16 gennaio, e firmato, oltre che dai quattro, da altri 32 esponenti del movimento, intitolato Movimento: tutelare la diversità e valorizzare la radicalità.
7-8 febbraio  Cinquecento persone partecipano all’Assemblea nazionale. Forte polemica sui tutti i temi in ballo, soprattutto da parte dei COBAS e dei Disobbedienti verso le aree più legate al centrosinistra. In particolare Bernocchi e Casarini accusano tali aree, includendovi anche il PRC dopo la “svolta pacifista”, di essere subordinati alla politica politicista in vista della costruzione di un cartello elettorale antiberlusconiano includente anche il PRC: I due denunciano anche le ambiguità sulla guerra, il voler sottacere il diritto del popolo iracheno alla resistenza contro le truppe occupanti, e l’enfasi sul tema della non-violenza di fronte ad un movimento che da Genova in poi la violenza l’ha solo subita. Per la manifestazione del 20 marzo, propongono che non vengano accettati i parlamentari che non voteranno per il ritiro delle truppe dall’Iraq. L’Assemblea si riconosce, a larga maggioranza, in tali posizioni.
17 febbraio  Mobilitazione nazionale delle Università contro la riforma Moratti. A Roma si realizza alla Sapienza una stretta alleanza tra COBAS, universitari e ricercatori in lotta. L’Assemblea di ateneo, convocata da Cgil, Cisl e Uil, viene “invasa” da duemila manifestanti che la utilizzano per lanciare una giornata di lotta unitaria che unifichi tutta l’Istruzione, dalla Materna all’Università.
28 febbraio   Gli ex-portavoce del GSF in assemblea a Genova in solidarietà con i 26 manifestanti che verranno processati il 2 marzo per devastazione e saccheggio durante l’anti-G8 del 2001Al seminario “Mai più come al G8” forte polemica tra Agnoletto, che centra il suo intervento sulle gravi responsabilità dei “black Bloc” e Bernocchi che accusa la gestione governativa del G8.
1 marzo  Sciopero nazionale della scuola convocato da COBAS e da altri sindacati di base .per il ritiro del decreto Moratti su scuola elementare e media. Decine di migliaia in piazza in 20 città.
2 marzo  Duemila persone circondano il Tribunale di Genova per l’inizio del processo contro i 26 arrestati a Genova per l’antiG8. Gli ex-portavoce del GSF, tra cui per i COBAS Bernocchi, pubblicano un documento in cui si dichiarano responsabili di quanto accaduto nel Controvertice.
4 marzo Mobilitazione nelle principali Università italiane contro la riforma Moratti. A Roma migliaia di studenti occupano il Rettorato della Sapienza. A nome dei COBAS, Bernocchi porta la solidarietà della scuola e propone una giornata di sciopero comune con manifestazioni in tutta Italia.
6-7 marzo Assemblea a Londra del Forum Sociale Europeo per avviare la prossima edizione di Londra. Ancora forti polemiche tra “orizzontali” e partiti come il SWP e sindacati come l’RMT (ferrovieri), intenzionati a non dare spazio alle strutture di base. Per trovare una mediazione, lavora una Commissione con due rappresentanti della delegazione italiana (Bernocchi e Muhlbauer), due francesi, uno del SWP e degli “orizzontali” che infine si accordano sul documento programmatico.
10 marzo  Il governo Berlusconi conferma il finanziamento della missione di guerra italiana in Iraq. DS e Margherita si astengono. Bernocchi e Casarini, a nome di COBAS e Disobbedienti, elaborano una dichiarazione affermando che non è accettabile la presenza, alla manifestazione del 20 marzo per il ritiro delle truppe, di chi non ha votato contro la missione e in particolare dei segretari DS e della Margherita, Fassino e Rutelli, che invece hanno annunciato la loro presenza.
11 marzo  Terrificante attentato alla stazione di Atocha a Madrid con oltre 200 morti, realizzato da terroristi legati probabilmente ad Al Qaeda. In Italia il centrosinistra ne approfitta per esigere un cambio radicale nella piattaforma della manifestazione del 20 marzo, mettendovi al centro l’attacco al terrorismo e non agli USA e ai loro alleati che occupano l’Iraq. Ne segue una seconda dichiarazione comune di Bernocchi e Casarini, che ribadiscono come non sia “gradita la presenza dei parlamentari che non hanno votato per il ritiro delle truppe”. Su tale dichiarazione si apre una aspra polemica con la parte degli organizzatori che non vorrebbe veti a tale presenza. In ogni caso Fassino e Rutelli (“ Non voglio consegnare il popolo della pace a personaggi come Bernocchi e Casarini”) confermano la loro presenza alla manifestazione.
20 marzo Enorme presenza a Roma alla manifestazione per il ritiro delle truppe dall’Iraq, tutti gli organi di informazione parlano di un milione di persone. Ma fa notizia la forte contestazione a Fassino, il quale, invece di inserirsi nei settori più “moderati” del corteo, provocatoriamente si infila con un servizio d’ordine aggressivo tra COBAS e Disobbedienti. Un po’di parapiglia ma soprattutto fischi, slogan duri e inviti ad andarsene che dopo un po’ raccoglie uscendo dal corteo e facendo dichiarazioni di fuoco anche nei confronti dei partiti a sinistra dei DS che non lo hanno difeso.
26 marzo  Per tutta la settimana su stampa e TV domina la polemica dei DS contro COBAS, Disobbedienti ma anche PRC e PdCI. Pure all’interno del movimento no-war esplodono contrasti, anche perché, raccogliendo voci di parte DS, alcune “icone” del pacifismo come Zanotelli, Ciotti e Gino Strada (che pure aveva definito “criminali politici” i DS) avevano firmato un comunicato contro “la stolta e violenta aggressione a Fassino”. Bernocchi su “Liberazione” li critica per la disinformazione e descrive le modalità della provocazione DS, subendo a sua volta un duro attacco per “lesa maestà”. Ma il 29 nella riunione del Comitato nazionale “Fermiamo la guerra”, promotore dalla mobilitazione, le posizioni di COBAS e Disobbedienti risultano maggioritarie.
16-18 aprile  Ad Istanbul terza assemblea preparatoria per il FSE di Londra. Ancora piuttosto confuso il quadro degli effettivi promotori del FSE, per il momento limitati ad un asse tra il partito trozkista SWP e alcuni sindacati (o correnti di essi). Anche sul piano finanziario si è parecchio indietro, tanto più che, a differenza di Roma e Parigi, a Londra le aule per riunioni e assemblee andranno pagate. Comunque, malgrado lo scetticismo diffuso, l’organizzazione fa passi in avanti.
25 aprile  In tutta Italia la giornata assume un forte connotato contro la guerra in Iraq. Rilevante il corteo romano con una forte presenza COBAS. Intanto in Iraq la guerriglia prende tre italiani in ostaggio e chiede per il rilascio che in Italia si manifesti contro la guerra. Il movimento no-war  sottolinea come la mobilitazione anti-guerra italiana sia la più forte del mondo da mesi e come non sia disponibile a farsi dettare le scadenze da ricatti del genere.
15 maggio   Manifestazione nazionale indetta dai Coordinamenti delle scuole (in difesa del Tempo Pieno) e dell’Università, oltre che dai COBAS (che hanno promosso anche lo sciopero delle scuole) e dalla Cgil, contro la riforma Moratti. Al corteo partecipano anche il segretario DS Fassino e quello Cgil Epifani. Circa 30 mila persone in piazza con netta prevalenza della componente COBAS.
26 maggio   In vista della manifestazione del 4 giugno contro la venuta del presidente USA Bush a Roma, il questore di Roma incontra Piero Bernocchi che, a nome del Comitato “Fermiamo la guerra”, aveva contrattato un corteo che, attraversando il centro e passando per P. Venezia, si concludesse a Porta S. Paolo. Nella riunione, il questore comunica il divieto di attraversamento di V. dei Fori Imperiali e di P. Venezia. Bernocchi, a nome del Comitato, dichiara alle agenzie che la manifestazione si svolgerà con l’itinerario già concordato.Inizia un braccio di ferro per tutta la settimana, che fa salire enormemente la tensione mediatica, con tutti i giornali e le TV che pre-annunciano scontri e caos in città per il 4 giugno. Infine, il prefetto Serra, passato da Firenze a Roma, applica il “metodo Forum” e invita la questura ad autorizzare il transito per P. Venezia.
2 giugno  In occasione della parata militare per la festa della Repubblica, contestazioni alla “parata di guerra” sui principali ponti di Roma e nella zona della parata ad opera prevalentemente del Comitato Fermiamo la guerra, dei COBAS, dei Disobbedienti e del PRC. Manifestazioni per il ritiro delle truppe dall’Iraq anche in molte altre città.
4 giugno  Grande mobilitazione contro la presenza di Bush a Roma. In mattinata, il corteo organizzato dai COBAS (da Testaccio a P. Venezia) di duemila persone diventa l’epicentro dell’attenzione mediatica e politico-istituzionale a causa di un inaccettabile slogan urlato da alcuni giovanissimi contro i carabinieri. Il “10, 100, 1000 Nassiriya”, richiamante la strage dei militari italiani, rimbalza su tutte le agenzie, news, radio e televisioni e suscita violentissimi attacchi contro i COBAS che, per bocca del portavoce Bernocchi, dovranno passare tutta la giornata a ribadire la loro estraneità a tale slogan. Nel pomeriggio, comunque, 70-80 mila persone (di cui circa un quarto nello spezzone COBAS) attraversano la città e, pur con qualche scaramuccia, la giornata si conclude pacificamente, con un grosso successo politico delle forze che più avevano voluto la manifestazione (COBAS, Disobbedienti e PRC). Smacco generale dei DS e della Margherita che avevano boicottato la manifestazione e che per tutta la giornata hanno speculato sullo slogan e sull’attacco ai COBAS. Durissimo attacco di Bernocchi contro la “vigliaccheria” del centrosinistra, ripreso da tutti i mass-media.
17-20 giugno   A Berlino Assemblea preparatoria del FSE di Londra. Nei giorni precedenti era circolato un documento riservato del movimento italiano (firmato da Bernocchi, Benzi, Mecozzi, Russo e Biosa) fortemente polemico con gli organizzatori inglesi e con il SWP e i sindacati coinvolti, per la non volontà di questi ultimi di essere inclusivi soprattutto verso le strutture di base, gli “orizzontali”. Il documento riporta a più miti consigli i “verticali” e ci si accorda sulla creazione di spazi autonomi  per le strutture di base e sull’ampliamento delle “plenarie” e dei seminari.
6 settembre  In Iraq vengono rapite due militanti della ong “Un ponte per..”, Simona Torretta e Simona Pari, insieme a due collaboratori iracheni. Immediata mobilitazione in tutta Italia.
10 settembre  A Roma manifestazione-fiaccolata per la liberazione delle “due Simona”, 20 mila persone in corteo.
13 settembre    Ultima riunione per il programma del FSE di Londra. Accesa discussione per la presenza nelle Plenarie, cioè nei dibattiti più visibili e partecipati. La delegazione italiana vi ottiene la maggior inclusione (in qualità di relatori/trici o coordinatori/trici) dopo gli inglesi. In particolare, nella Plenaria di maggior peso, quella di confronto tra il movimento e i partiti, i due relatori per il movimento dei Forum saranno Piero Bernocchi per i COBAS e il francese di Attac Pierre Khalfa.
18 settembre  Giornata nazionale di mobilitazione per le “due Simona” e gli altri rapiti. A Roma, pur con l’attenuante della forte pioggia, solo poco più di mille persone in piazza che, però, riescono ad arrivare fino a Palazzo Chigi, dopo vari “fronteggiamenti” con la polizia.
28 settembre   Liberazione in Iraq delle “due Simona” e degli altri. Grande festa a Roma e in Italia.
13-17 ottobre  A Londra si svolge dal 15 al 17 ottobre il terzo FSE, preceduto da due giorni di riunioni per appianare i contrasti tra SWP, sindacati e il sindaco di Londra Livingstone da una parte e gli “orizzontali” dall’altra. Il Comitato inglese non chiarisce come sarà l’ultima giornata, il corteo e il palco finale. La partecipazione è inferiore a Firenze e Parigi, non più di 20 mila gli iscritti/e, più scomode e limitate le sale. Forte scontro per la venuta di Livingstone il 16: gli “orizzontali” minacciano di non farlo entrare e il SWP vuole chiamare la polizia. La mediazione è affidata ai COBAS, stimati dagli “orizzontali”: e Bernocchi convince il SWP ad evitare la presenza del sindaco. Le mediazioni, però, non bastano nella manifestazione finale con 50 mila presenti. Durante alcune azioni collaterali, la polizia ferma 9 manifestanti tra cui due italiani. Dal palco, “requisito” dagli inglesi che non fanno parlare nessun altro europeo, non si vuole neanche dare notizia dei fermi e si permette alla polizia di caricare chi protesta. COBAS e Disobbedienti fanno comunicati di forte attacco agli organizzatori inglesi. L’Assemblea finale decide varie mobilitazioni. Quelle centrali saranno una manifestazione europea contro la guerra e le politiche liberiste a Bruxelles il 19 marzo e manifestazioni nazionali contro la guerra il 20, secondo anniversario dell’invasione dell’Iraq. La prossima edizione del FSE si svolgerà ad Atene nella primavera 2006.
21 ottobre  Forti contrasti nel Comitato “Fermiamo la guerra”, organizzatore della manifestazione del 30 ottobre contro la guerra, tra chi vuole definire “terrorismo” la resistenza armata irachena e chi sostiene il “diritto alla resistenza”. Per presentare una mediazione, conferenza-stampa di Benzi per la Cgil, Bernocchi per i COBAS, Bolini per l’Arci e Alberti per “Un Ponte per…”.
30 ottobre  A Roma 40 mila in corteo nella manifestazione nazionale per il ritiro delle truppe dall’Iraq e la fine della guerra. Il grosso dei manifestanti è rappresentato dalla Cgil, COBAS, PRC e Arci. Malgrado le divergenze, la mobilitazione riesce ad offrire un quadro relativamente unitario.
15 novembre Sciopero generale della scuola contro la riforma e i decreti attuativi Moratti, convocato dai COBAS, Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Unicobas. La proposta dei COBAS di svolgere una manifestazione nazionale unitaria a Roma con pari dignità tra le organizzazioni viene respinta da Cgil-Cisl-Uil. Il corteo gestito dai COBAS è più partecipato (50 mila persone), oltre che più vivace e colorato, di quello Cgil-Cisl-Uil (40 mila). Ottima la partecipazione allo sciopero,  intorno al 60%.
27 novembre  A Cosenza manifestazione nazionale in difesa dei 13 attivisti del Sud Ribelle, COBAS e Disobbedienti che verranno processati, a partire dal 2 dicembre, al Tribunale di Cosenza per le assurde accuse di “cospirazione mediante associazione sovversiva” all’anti-G8 di Genova, che li portarono in carcere nel novembre 2002. Il corteo, guidato dai COBAS, vede in piazza almeno 20 mila persone.