Per parlare del ruolo governativo dei Five Stars oggi farò ricorso ad una testimone al di sopra di ogni sospetto, una delle maggiori esponenti dei 5S, Elena Fattori, biologa ricercatrice e attualmente senatrice (è vicepresidente della Commissione Agricoltura) del partito di Casaleggio, in cui milita dal 2010 e in cui ha conteso a Giggino “o ripetente” Di Maio la carica di “capo politico” nelle primarie del settembre 2017, giungendo seconda. Dunque, una che davvero non si può inserire nel vasto elenco dei partecipanti al “complotto” demo-pluto-giudaico a cui fa riferimento quotidianamente Di Maio, anzi, una davvero innamorata (almeno fino ad ieri) dei Five Stars. Ecco che cosa scrive oggi Elena Fattori nel suo blog, partendo dalla metafora della “rana bollita” che Di Battista aveva citato in uno dei suoi comizi e interventi televisivi, autoattribuendosela. In realtà la metafora è esposta, nei suoi significati politico-social-antropologici, da Noam Chomsky nel suo “Media e potere” (raccolta di saggi pubblicata in Italia nel 2014), facendo riferimento ad un celebre esperimento che si tenne nel lontano 1882 alla John Hopkins University di Baltimora. Lascio dunque la parola ad Elena Fattori.

“Alessandro di Battista nei suoi comizi raccontava una interessante metafora (n.d.s. ovviamente senza citarne l’autore; ma anche tu, benedetta ragazza, una piccola ricerca non te la potevi fare, tanto più che l’esperimento di Baltimora è assai celebre tra i tuoi colleghi/e biologi di tutto il mondo?).

‘Immaginate una pentola di acqua bollente. Se qualcuno ci buttasse dentro una rana, darebbe un colpo di zampe e salterebbe fuori. Immaginate ora una pentola di acqua fredda. Il fuoco è acceso e l’acqua si scalda a poco a poco. La rana non si preoccupa, Ma la temperatura sale ancora e l’acqua inizia a scottare. La rana oramai è debole, non ha più la forza per reagire, non ce la fa più e muore bollita. Abituarsi è deleterio. Sono gli “abituati” i cittadini più amati dai governi. Siamo ancora in tempo a dare quel colpo di zampa prima di finire bolliti. Dipende soltanto da noi. A riveder le stelle’.

Ecco, ora immaginate se, in uno dei tanti comizi o convegni appena qualche mese fa, io avessi raccontato invece questo:
‘Il Movimento 5 Stelle non fa alleanze. Ma noi cambieremo il termine, ci alleeremo con la Lega e chiameremo questa alleanza “contratto”. Ricordate la bella presentazione dei ministri 5 Stelle che vi avevamo chiesto di votare? Perchè il Movimento presenta la sua squadra prima delle elezioni, così il popolo può scegliere i suoi ministri? Ecco, non c’entra niente con la squadra di governo che verrà, ma voi non ci farete troppo caso . Avremo un presidente del Consiglio non eletto dal popolo e a voi completamente sconosciuto, come ministro dell’Interno Matteo Salvini e un ministro della Famiglia “tradizionale” forse un po’ omofobo, ma pazienza. Poi diremo sì alla TAP, sì all’Ilva, valuteremo costi/benefici per decidere sulla TAV, e anche sul CETA ci ragioneremo. Faremo un condono fiscale e uno edilizio (n.d.s. ci avrei aggiunto la gag di Giggino “o steward” che afferma a gran voce “se scoprirete che farò un condono a Ischia, mi iscriverò al PD”). Ed eleggeremo come presidente del Senato una berlusconiana doc. Per quanto riguarda il tema migranti, scordatevi il saggio piano 5Stelle di accordi con i paesi di provenienza, lo smantellamento dei grandi e orribili centri di accoglienza. Scordatevi la gestione pubblica dell’accoglienza diffusa (n.d.s. magari una notarella su arresto ed esilio di Mimmo Lucano, no?), i tempi rapidi per le domande di asilo. Toglieremo la gestione dei migranti ai Comuni e la affideremo ai privati senza gara di evidenza pubblica raddoppiando i tempi di permanenza da 9 a 18 mesi, favorendo così il business dell’immigrazione. Doneremo 150 mila nuovi clandestini alla criminalità organizzata per il lavoro nero e lo spaccio. Chi invocherà il rispetto del programma 5Stelle rischierà sanzioni e persino di essere espulso per non contrastare Salvini’.

Mi avrebbero preso per folle o per lo meno mi avrebbero rincorso con torce e forconi. Ma si sa, le rane saltano solo se le butti nell’acqua bollente. Se accendi il fuoco nel pentolone e la temperatura sale piano piano….”.

Bene, cara Elena, pare che, seppure con un certo ritardo (ma d’altra parte se nei sondaggi i 5S vengono ancora dati al 27%, tu risulti comunque tra le più reattive/i in mezzo alle italiche genti), tu abbia avuto finalmente contezza di che manica di truffatori e cialtroni (oltre che massimamente arroganti e spregiatori della democrazia interna ed esterna) sono Casaleggio, Grillo, Di Maio e gran parte del vostro gruppo dirigente. E ci fornisci un’ottima parabola non solo delle “rane italiche” ma in particolare dei “grillozzi” in via di bollitura. O forse sarebbe più giusto parlare di “testuggini in bollitura”, vista la metafora  (la terza che vi rifilo per oggi) avanzata dal presunto “capo politico” della Casaleggio SPA e data in pasto ai media, insieme a nuove e pesanti minacce verso chi all’interno, e pure da posizioni di rilievo, comincia a dare segni di ribellione. Di Maio ha detto che è in corso un mega-complotto contro i 5Stelle ordito da “media, partiti e tecnocrati, tutti contro di noi e al servizio delle élites” che in realtà “è contro il popolo tutto” che lui, novello Napoleone, incarna pienamente. Ma, allarme rosso perché, di fronte al complotto demo-pluto-giudaico, “nel nostro esercito alcuni stanno dando segni di cedimento…mentre noi dobbiamo marciare compatti come una testuggine romana (sic!!).. perchè siamo dalla parte giusta della Storia e non faremo mai nulla contro i nostri principi…e chi si sfila ne renderà conto”.  E tanto per non farsi mancare niente, ha lanciato un’altra fatwa contro “Repubblica” colpevole di aver pubblicato la foto del Campidoglio strapieno di folla scatenata contro la Raggi, la quale, da minus habens qual è, ha avuto il coraggio di dire che i manifestanti erano tutti nostalgici di Mafia Capitale e ne volevano il ritorno.

Così stanno le cose. Eppure, appunto, il consenso a questo allucinante blob resta alto, a riprova di quello che ho sempre pensato e cioè che la abbondante maggioranza del consenso e del voto ai 5Stelle non venisse affatto da “sinistra” e che, anzi, per un buon 70% (ad occhio) non fosse troppo dissimile da quello che ha premiato la Lega: perchè altrimenti, già dal momento dell’alleanza di governo con la Lega, il consenso avrebbe dovuto almeno dimezzarsi e trasformarsi in una seria opposizione contro il vero presidente del Consiglio, Matteo Salvini. Il quale, nel frattempo, è stato il primo “statista” (si fa per dire) a complimentarsi con il nazista “evangelico” Bolsonaro, che ha stravinto , in un tripudio del peggior “popolaccio” brasileiro, le elezioni in Brasile. Bolsonero rimpiange la dittatura militare, ucciderebbe il figlio se scoprisse che è gay, ha esaltato la tortura di Djlma Roussef (la ex-presidentessa destituita) e, di una parlamentare che ha condotto la lotta contro la sua elezione, ha detto che “non merita neanche di esser stuprata”.  Nella campagna elettorale non c’è stata infamia xenofoba, razzista, omofoba e misogina che non abbia pronunciato, con sommo gaudio di tanta parte del paese. Dal che, a parte le solite considerazioni sui vari “popolacci”, i lumpenproletariat dei nostri giorni, diventa sempre più impressionante il trionfo garantito a delinquenti nazifascisti (in casi del genere “fascistoidi” o  “reazionari” sono pallidi eufemismi) che sdoganano ed esaltano tutto il peggio dell’ animo umano, mentre rimestano nel pentolone le rane e le testuggini bollite.

Piero Bernocchi
29 ottobre 2018