Cobas Scuola

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Una grande giornata di lotta quella del 12 marzo contro la distruzione della scuola pubblica, una giornata di esaltante “risveglio” del popolo della scuola. Lo sciopero ha avuto una partecipazione oltre le previsioni: dai dati delle principali città, più del 50% di docenti ed Ata vi hanno partecipato, avvicinandosi al record del 17 febbraio 2000 (contro il concorsaccio, 60% di adesioni). E in piazza a Roma i docenti, Ata, studenti e cittadini erano almeno 50 mila in un corteo combattivo, indignato per le sorti della scuola ma anche ferocemente ironico contro i suoi distruttori, come hanno sottolineato gli interventi davanti al Ministero della Pubblica Istruzione, a partire da quello del portavoce dei Cobas Piero Bernocchi. Notevole la partecipazione dei precari da tutta Italia.

Forte l’indignazione nei confronti della coppia Tremomti-Gelmini che sta imponendo, con il massimo di confusione e arbitrio, la distruttiva “riforma” delle superiori nonostante non sia ancora legge, mancando il parere della Corte dei Conti, la firma di Napolitano e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: una “riforma” che non è frutto di progetti didattici, ma solo della nefasta idea che l’istruzione sia un investimento improduttivo e dunque richieda brutali tagli.Molti interventi, slogan e cartelli hanno sottolineato come, mentre si allargano gli scandali di regime, che rivelano quali cifre colossali vengano sottratte alla spesa sociale da potenti mafie, clientele, bande e cricche varie, Tremonti-Gelmini, in nome del Dio Risparmio calpestato dalla corruzione dilagante, demoliscono scuole, indirizzi e materie di studio, ore di insegnamento, laboratori, espellendo spietatamente decine di migliaia di precari, fino a ieri “spremuti” a basso prezzo (un docente precario costa il 30% in meno) e immiserendo ulteriormente una scuola già ridotta all’osso dai governi precedenti. Molti genitori presenti hanno ricordato come, nella gran parte delle scuole, per supplire alla carenza delle attrezzature, venga loro imposta una “retta”, in continuo aumento; non si chiamano i supplenti, si ammassano gli studenti nelle classi oltre ogni limite legale e norma di sicurezza, dilagano corsi a pagamento. Vari altri cortei, promossi dai Cobas, si sono svolti in altre città. E Roma dai comizi finali è venuto l’impegno a potenziare la lotta nei prossimi giorni, con occupazioni di scuole, picchetti precari, rifiuto di complicità nelle illegalità nelle scuole: fino a giungere ad una fine di anno “movimentata” mediante il recupero dello sciopero degli scrutini, sottratto a docenti ed Ata dai governi e dai sindacati concertativi con la legge 146/’90, antiCobas e antisciopero. Le modalità dello sciopero degli scrutini verranno decise nei prossimi giorni dopo ampia discussione tra i Cobas, il movimento dei precari e le altre forze intenzionate a difendere la scuola pubblica e a vincere la battaglia per il ritiro della “riforma” delle superiori; contro i tagli, il decreto Brunetta, il disegno di legge Aprea, la gerarchizzazione nella scuola, il decreto “ammazza precari”; per l’assunzione a tempo indeterminato dei precari; contro l’illegale “tassa” imposta alle famiglie per le iscrizioni, per significativi investimenti, per la restituzione a tutti del diritto di assemblea.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

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